lunedì 13 ottobre 2008

Dopo un bel pò..

Ciao a tutti,

dopo un bel pò ritorno a scrivere nel mio blog..a dire il vero avevo scordato la mia password..ma comunque dopo l'ultimo blog sono successe tante cose..che mi hanno fatto vivere nuove esperienze..per cui si forse ho ancora qualcosa da dire..forse ho modificato alcune sensazioni..

Primo di tutto: sono all'estero.

Ho scelto il tutto non su una fredda strategia di calcolo e convenienza. Ho semplicemente lasciato la strada forse alla pazzia :) . Ossia adesso abito in uno stato estero, nella comunità europea.

Pazzia perchè il mio inglese, per quanto studiato nelle scuole, è abbastanza scarso. Si perchè una cosa è parlare in inglese con gli stranieri e altra cosa è parlarlo con dei madrelingua con accento strano :).

Pazzia perchè ho fatto il passo senza avere una certezza..ma d'altra parte mi sono mosso senza troppe pretese. E per questo faccio il tecnico e non l'ingegnere. Un lavoro abbastanza ok, a turno, in produzione, che però mi garantisce uno stipendio decente, ben piu alto di quello che avevo da ingegnere in Italia. Inoltre i rtimi sono abbstanza easy.

Certo non è tutto oro quello che luccica: sono temporaneo, quindi ogni tre mesi sono con questa spada di Damocle..e mi accorgo che spesso vorrei fare qualcosa di più..meno monotono..però d'altra parte sto vivendo una delle piu grandi gioie della mia vita, convivere con la mia ragazza, pure lei traferitasi qui con me.

Vorrei puntualizzare quindi alcune cose, quando si guarda all'estero:

1) gli stipendi spesso sono lordi e quindi bisogna eliminare la tassazione locale (che però magari è minore che in Italia)

2) bisogna conoscere bene quali sono i contributi previdenziali..se ci sono..e quelli per l'assicurazione sanitaria..se ci sono..o se bisogna metterli di tasca propria..a volte se si è assunti a tempo indeterminato questi fanno parte di benefit..o si fa metà con l'azienda..ma spesso appunto sono assicurazioni private e integrative

3) Qual'è il tuo vero livello di inglese? Merita forse, se si ha tempo e soldi..fare qualche esame del tipo Toefl per capirne di più ma anche per far capire agli altri cosa sai..nel tuo CV. Certo spesso è meglio glissare..

4) Ai colloqui poco importa che sei ingegnere..ma cosa sai fare. Nella realtà anglosassone spesso fanno esami post liceo che danno dei certificati tecnici che permettono di lavorare come tecnico..

5) Nei CV rimangono un pò perplessi nel vedere piu di cinque anni impiegati per la laurea..e spesso non è facile spiegar loro che da noi ti facevano un culo così per scienza delle costruzioni..anche se a te fregava poco meno di una cippa.

6) Sempre nei CV, loro sono abituati (forse perchè hanno piu soldi a fine mese..ma anche per una loro cultura educativa) a continuare a seguire dei corsi..di perfezionamento..anche delle cagate magari..ma certificate..per cui ti chiedono: ma come mai non hai fatto corsi dopo la laurea? Non è facile spiegare che a meno che tu non sia in una grande azienda che investe nel training, rimane poco tempo e denaro per investire in sè stessi.

7) Valutare sempre prima le prospettive economiche di un paese..perchè le sorprese, positive e negative sono dentro all'angolo..

8) Valutare bene i settori trainanti di un paese..quelli dove ci sono piu prospettive a medio-lungo termine..

Detto ciò vi saluto..vedo che in Italia le cose non vanno benissimo..ma è una situazione mondiale..

Ciao



mercoledì 30 maggio 2007

Dal blog di Federico Pace

dal bel blog di Pace:
http://lavoro.blog.kataweb.it/federicopace/2007/05/stipendi_under_.html


Sono una Consulente di Selezione del Personale, da tempo vado dicendo che nel mondo del lavoro la laurea " non paga".
Cerco Professional per l'Industria Manufatturiera metalmeccanica e vedo pagare certi bravi diplomati con solida esperienza anche il 20/30 per cento in più di laureati della stessa età, solo che di laureati ne trovo a bizzeffe, di diplomati neanche l'ombra.....
Talvolte penso a quanti di queste bizzeffe di laureati, in un paese dove la realtà riesca a superare la fantasia , sarebbe bastato " fermarsi" al diploma....e vivere felice con un lavoro, un buon reddito, un'esistenza fatta di cose magari più semplici ma di soddisfazione...mah!

domenica 15 aprile 2007

Sondaggio per laureati

Un ragazzo/a ti chiede se sia meglio laurearsi o meno. Come lo consigli?
Vai a laurearti, in Italia ci sono pochi laureati
Vai a laurearti, ti serve quel pezzo di carta ovunque
Vai a lavorare, alla fine faresti lo stesso lavoro ma senza cinque anni di stipendi
Vai a lavorare, ci sono pochi idraulici e ben pagati
Va dove ti porta il cuore
  
pollcode.com free polls

lunedì 2 aprile 2007

Laureati e sindacati

Leggendo le diverse discussioni, penso sempre più che i laureati dovrebbero rendersi conto di non essere più la "casta" di un tempo, ma dovrebbero ragionare da dipendenti, e quindi fare riferimento anche loro ai sindacati.

Perchè i laureati brontolano ma non manifestano per i loro diritti assieme ai tecnici e operai? Questo sarebbe devastante: si farebbe capire alle aziende che in Italia i laureati li hanno ridotti talmente di ruolo, che si sentono a tutti gli effetti dei non laureati (si badi bene, uso il termine laureato-non laureato solo per farmi capire, ma veramente penso che ormai ci sia veramente poca differenza in molti casi).

Perchè i laureati sacrificano serate a lavorare, restano in ufficio al sabato? La speranza della carriera? Perchè non manifestano se sono insoddisfatti? Facile godere dei diritti derivanti dalle lotte degli operai. Tra l'altro il sindacato non si impegnerà mai troppo per i laureati se non avrà mai la loro presenza.

Che ne pensate?

sabato 31 marzo 2007

sdrammatizziamo..

per sdrammatizzare un pò :) (oppure no?)

giovedì 29 marzo 2007

Eurispes

Ehi siamo penultimi in Europa nel livello reale degli stipendi dei lavoratori dipendenti!

Ma va?!

scarica il rapporto Eurispes

Livello del salario netto annuo del lavoratore dipendente, senza carichi di famiglia nel 2004, nel 2005 e 2006 (in euro a parità di potere d’acquisto)

Paesi

2004

2005

2006

Crescita percentuali dal 2004 al 2006

Gran Bretagna

21.015

25.880

28.007

+33,3

Olanda

19.533

21.513

23.289

+19,2

Germania

18.607

19.603

21.235

+14,1

Irlanda

19.013

19.508

21.112

+11,0

Finlandia

17.394

18.372

19.890

+14,3

Francia

18.382

18.216

19.731

+7,3

Belgio

18.292

18.242

19.729

+7,9

Danimarca

16.848

17.295

18.735

+11,2

Spagna

15.771

16.085

17.412

+10,4

Grecia

12.434

15.440

16.720

+34,5

Italia

15.597

15.009

16.242

+4,1

Portogallo

8.634

12.142

13.136

+52,1

mercoledì 28 marzo 2007

Andate all'estero!

Spesso come risposta alle "lamentele" che i laureati fanno, ma non solo i laureati, viene opposta la seguente frase-verità:

"Andate all'estero, lì venite pagati meglio e fate quello che volete veramente fare".

Ok, certo, la fuga dei cervelli ma anche dei cervellini è ormai già da anni una costante.

Ma mi chiedo: perchè in Italia che è un paese in teoria sviluppato e che fa parte del G8, l'unica soluzione ai mali è quella di andare via? Sembra quasi sia meglio eliminare i rompiballe semplicemente facendoli andare all'estero.

Perchè non è sempre facile andare all'estero? Mah, forse, come già detto, per la nostra italianità. Con tutti i lati negativi, e anche se i saggisti e gli studiosi ci condannano per questo, abbiamo purtroppo ancora questa particolarità: amare la nostra terra, frequentare e non solo ricordare la propria famiglia, etc etc.

Potrei capire se l'Occidente dovesse soccombere economicamente rispetto all'Oriente. Potrebbe accadere che chi vuole lavorare debba espatriare nel Far East.
NO. Qui viene chiesto di andare in Inghilterra, Germania, Svizzera, tutti bei posti, ma alla fine situati sempre nella stessa area, in quell'Europa in cui l'Italia dovrebbe essere parte fondamentale.

Una volte erano le famiglie povere ad emigrare, negli Usa, nelle miniere del Belgio, i contadini in Australia. Ora sembra una cosa ovvia che questa emigrazione la debbano fare i laureati ( "e se restate qui, cavoli vostri!").

Ma l'Italia è già fallita? E' già morta?

Un interessante intervento

Da un intervento del prof. Santo Francesco Bordone dell'Università di Pisa:

scarica pdf

Molto interessante la prima parte sulle problematiche delle lingue (annoso problema). Interessante e in tema sul mio blog, il secondo punto sull'employment of graduated engineers :

[...]
The media often discuss the question, whether we have in Italy a sufficient number of graduate engineers. Often the comparison with other industrial European countries is to our disadvantage. More often well known journalists and so called experts put the blame of the insufficient growth of the Italian System on the insufficient number of engineers and of graduates in technical subjects. Is this a fair comparison, or is it distorted by the differences of the higher education in different countries ? On the other hand, I know too well the difficulties of our young graduates who can not find a satisfactory job: they write hundreds of letters, usually without answers, they have one interview after another and finally they are compelled to accept an unsatisfactory and not professionally motivating temporary contract with low pay and without any guarantee of continuity, what I call a “ stagelemosina “. The proliferation of postgraduate often useless programmes ( we call masters ) is a consequence.[...]

[...]

I would like to end my talk with a warning from a British colleague: " Letting our graduates squander their talents in low-paid and low-skilled jobs is not just making a mockery of their personal investment in a university education, it is undermining our own investment in our country".

martedì 27 marzo 2007

Forse non tutti sanno che..

Forse non tutti sanno che..

..che i laureati, almeno per quanto riguarda il contratto metalmeccanici, dovrebbero essere inquadrati dal 5° livello in su.

Eppure questo non accade sempre. Certo, magari il superminimo fa giustizia di un livello base inferiore a quanto dovuto.

Non sono pochi i casi di ingegneri assunti con 3° o 4° livello, specie nelle piccole aziende. Cosa comporta tutto ciò? Comporta una non legalità nel caso in cui il laureato svolga mansioni da "laureato", oltre il quinto livello.

Però, evidentemente molti laureati si rendono conto di non svolgere attività da laureato..e quindi accettano la cosa, specie all'inizio, per cominciare..anzi a volte sembra quasi un vantaggio..perchè se un giorno uno dovesse cambiare lavoro, è più facile trovarlo se ha un livello più basso.

Questa secondo me è la dimostrazione che tutto va verso il basso.

giovedì 15 marzo 2007

Dubbio amletico..

Mi soffermo un attimo a riflettere..
Provo ad immedesimarmi in un Governo. Spulcio le statistiche e trovo che il tasso di laureati in Italia è veramente sotto la media europea. Cosa faccio? Forse è abbastanza normale che le istituzioni dicano: "Mancano i laureati, specie quelli tecnici". Perchè poi l'Italia dovrebbe essere competitiva se non ha un tasso di scolarizzazione simile agli altri paesi europei?
E' qui, secondo me, il bug fondamentale.
Nessun governante di nessun paese europeo si sognerebbe di dire ai propri giovani: "Non serve che vi laureiate".
Ed è per questo che anche in Italia nessuno lo dirà mai. Giustamente. Infatti il problema non è la laurea, ma l'applicazione della laurea.
Non credo che negli altri paesi i laureati si lamentino dei loro trattamenti economici e dei loro impieghi. In Italia invece si. E' proprio qui l'anomalia che ci differenzia. A questo punto ci sono due possibilità:
  1. Gli italiani sono geneticamente predisposti a lamentarsi dei propri lauti stipendi
  2. Quello che differenzia è il trattamento riservato dalle aziende ai laureati, alla scarsa considerazione per la vera ricerca, il fatto che l'Italia si basa sulla piccola media impresa che ha bisogno di tuttofare e non di veri specialisti.

Sulla base del secondo punto un governo o parlamento che sia, dovrebbe spingere a un radicale cambiamento della filosofia mentale delle aziende, che in Italia si sanno lamentare solo delle tasse e richiedono maggior flessibilità.

Quando si chiederà alle aziende italiane di dare un pò soddisfazione ai propri dipendenti laureati?Quando un laureato italiano si potrà sentire felice del proprio mestiere senza per forza dover espatriare o lasciare la sua famiglia? (tra parentesi..e poi si parla di favorire la famiglia..e si assitono a questi nuclei di persone che non hanno quasi il tempo neppure di dormire assieme)..

Certamente ci saranno isole felici, ne sono certo, ma se stiamo a scrivere e a leggere questi blog e se non li leggiamo dai colleghi finlandesi, inglesi o tedeschi, ci sarà pure un motivo..