giovedì 8 marzo 2007

"Mancano i laureati"

Quante volte sentiamo ai microfoni delle TV o sulle pagine della carta stampata tale frase, in genere detta da rappresentanti di Confindustria?
Quante volte si guarda alla propria busta paga e poi subito, in sequenza, sovviene il ricordo della legge della domanda e della offerta, che tali rappresentanti di Confindustria sembrano dimenticare?
Se sono pochi gli ingegneri e i laureati tecnici, allora si potrebbe ben dire che quei pochi dovrebbero avere uno stipendio notevole, contrattabile. Eppure così non è. Due sono le possibili cause:

1) I laureati sono effettivamente pochi ma non sono abbastanza bravi a tutelare i propri interessi: con l'illusione della carriera accettano sacrifici per tempi biblici, sperando che prima o poi il loro contributo porterà alla loro gloria e al bene del mondo.
2) I laureati sono invece molti (e io propengo per questa opzione) e quindi in realtà tale affermazione è un bluff: più laureati (meglio se giovani e ambiziosi) ci sono e più le aziende possono decidere gli stipendi. Inoltre, visto che il laureato medio non sa che in realtà sta facendo quello che anni fa faceva un diplomato, sarà anche conveniente alle aziende avere delle persone comunque con una certa "cultura di base"..non si sa mai..

Quanti sono i laureati che in realtà applicano quanto studiato? Quanti periti sono diventati ingegneri e si ritrovano a fare il perito?

PS: questo non vuole essere offensivo verso i non laureati, categoria di cui nutro il massimo rispetto.

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