Mi soffermo un attimo a riflettere..
Provo ad immedesimarmi in un Governo. Spulcio le statistiche e trovo che il tasso di laureati in Italia è veramente sotto la media europea. Cosa faccio? Forse è abbastanza normale che le istituzioni dicano: "Mancano i laureati, specie quelli tecnici". Perchè poi l'Italia dovrebbe essere competitiva se non ha un tasso di scolarizzazione simile agli altri paesi europei?
E' qui, secondo me, il bug fondamentale.
Nessun governante di nessun paese europeo si sognerebbe di dire ai propri giovani: "Non serve che vi laureiate".
Ed è per questo che anche in Italia nessuno lo dirà mai. Giustamente. Infatti il problema non è la laurea, ma l'applicazione della laurea.
Non credo che negli altri paesi i laureati si lamentino dei loro trattamenti economici e dei loro impieghi. In Italia invece si. E' proprio qui l'anomalia che ci differenzia. A questo punto ci sono due possibilità:
Gli italiani sono geneticamente predisposti a lamentarsi dei propri lauti stipendi
Quello che differenzia è il trattamento riservato dalle aziende ai laureati, alla scarsa considerazione per la vera ricerca, il fatto che l'Italia si basa sulla piccola media impresa che ha bisogno di tuttofare e non di veri specialisti.
Sulla base del secondo punto un governo o parlamento che sia, dovrebbe spingere a un radicale cambiamento della filosofia mentale delle aziende, che in Italia si sanno lamentare solo delle tasse e richiedono maggior flessibilità.
Quando si chiederà alle aziende italiane di dare un pò soddisfazione ai propri dipendenti laureati?Quando un laureato italiano si potrà sentire felice del proprio mestiere senza per forza dover espatriare o lasciare la sua famiglia? (tra parentesi..e poi si parla di favorire la famiglia..e si assitono a questi nuclei di persone che non hanno quasi il tempo neppure di dormire assieme)..
Certamente ci saranno isole felici, ne sono certo, ma se stiamo a scrivere e a leggere questi blog e se non li leggiamo dai colleghi finlandesi, inglesi o tedeschi, ci sarà pure un motivo..